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L’università che vogliono gli studenti

Michele Lorenzon con il Rettore Furio Honsell
“Una finestra aperta sul mondo, un’entusiasmante scoperta del reale” in cui sia sempre possibile “poter dire la nostra su ciò che avviene nelle aule di lezione e su come desideriamo che venga migliorata la didattica”. È questa l’università che vogliono gli studenti. Parola di Michele Lorenzon, presidente del Consiglio degli Studenti, l’organo collegiale di rappresentanza, garante dell'autonoma partecipazione degli studenti all'organizzazione dell'ateneo e organo consultivo del Senato accademico e del Cda. Lorenzon, udinese, classe 1981, frequenta il sesto anno del corso di laurea specialistica in Medicina e chirurgia, dopo aver presieduto il Consiglio degli studenti per dall’ottobre del 2003 a settembre del 2005, è stato rieletto e ora comincia il suo secondo mandato. Com’è stata finora questa esperienza? “Assolutamente positiva: l’obiettivo era quello di aiutare gli studenti a vivere in università da protagonisti, per coglierne tutte le possibilità e le prospettive più interessanti. Una bella esperienza non solo perché realmente appassionante, ma soprattutto per i risultati concreti ottenuti”. Quali sono stati i maggiori successi? “Abbiamo chiesto e ottenuto una serie di servizi importanti, fra cui l’apertura serale dell’aula studio di via Tomadini e di due aule di informatica, una corsa speciale di autobus dai Rizzi alle 19, l’adeguamento degli orari delle mense alle nostre esigenze, ed altri servizi che rendono più agevole e proficua la presenza degli studenti in università. Abbiamo collaborato alla realizzazione di iniziative di avanguardia, come la stesura del progetto sui prestiti d’onore e l’estensione del servizio wi-fi alla stragrande maggioranza delle sedi universitarie. Abbiamo cercato di dare il giusto ruolo agli studenti nelle sedi istituzionali, partecipando attivamente alla stesura dell'ultima legge regionale sul Diritto allo studio e attribuendo maggiori responsabilità al Consiglio degli studenti per l'elezione del Rettore. Ma, soprattutto, abbiamo cercato di migliorare la qualità dei corsi e di risolvere i problemi che si presentavano di volta in volta con i vari appelli d'esame”. Quando si è iscritto all’università aveva già in mente di tentare questa esperienza? “No, sono stati in particolare due miei cari amici a suggerirmi di considerare questa possibilità. In questi due anni, poi, sono stato aiutato da molte persone, senza le quali credo che non avrei potuto fare molto”. La cosa che invece non è riuscito a realizzare? “Pur essendo migliorata l'offerta di servizi, c'è ancora tanto da fare in questo senso. Per quanto riguarda poi i rapporti con l'amministrazione regionale e comunale, rimangono molti punti critici: la situazione logistica ai Rizzi è arrivata a livelli insostenibili e necessita urgentemente di investimenti rispetto all'edilizia. Ma anche rispetto alla viabilità comunale (Ztl, via Pasolini) emergono alcune criticità: ci auguriamo che si voglia prestare un'attenzione maggiore che in passato a chi rappresenta una vivace comunità di quasi 17 mila persone”. Quali obiettivi si pone per il biennio 2005-2007? “Innanzitutto portare avanti le iniziative che abbiamo ereditato dal precedente Consiglio degli Studenti. Ma non solo: intendiamo affrontare il tema della valutazione, che attualmente contribuisce ancora in maniera troppo ridotta al miglioramento della qualità dei corsi. È necessario pensare nuove e più incisive modalità di valutazione. È un lavoro che non può più essere rimandato. Per noi studenti è sempre più importante poter dire la nostra su ciò che avviene nelle aule di lezione e su come desideriamo che venga migliorata la didattica. E poi i rapporti con l’estero: ormai l’eccellenza (per i singoli ma anche per il sistema università) è sempre più legata alla possibilità di entrare in circuiti virtuosi; è cruciale quindi implementare la rete di rapporti già esistente”. Come deve essere l’Università per soddisfare le esigenze degli studenti? “Deve essere una finestra aperta sul mondo, un'introduzione alla sua complessità, e, allo stesso tempo, fornire gli strumenti per cominciare ad accostarvisi. È naturale che alcuni corsi, per le loro caratteristiche intrinseche, privilegino l'aspetto teorico e altri quello applicativo, ma nessuno dei due aspetti deve essere totalizzante. La condizione perché questo possa avvenire è la presenza di veri maestri e di appassionati discenti, coinvolti insieme in un percorso entusiasmante di scoperta del reale”. E l’Università di Udine quanto è “a misura di studente”? “Le dimensioni contenute del nostro ateneo favoriscono il rapporto fra studenti e docenti. E il lavoro fatto nello scorso mandato relativamente all'offerta di servizi mira proprio a mettere lo studente nelle condizioni migliori per investire sul proprio futuro. Ma si può fare ancora molto sia rispetto alle possibilità di nuovi servizi, sia in termini di costruzione di rapporti fra le persone coinvolte nel “sistema università”. È necessario che la componente studentesca maturi nella consapevolezza che l'università è una irripetibile occasione di crescita, e che il corpo docente sappia essere guida autorevole in questo cammino”. Com’è la partecipazione degli studenti alla vita universitaria? “Per quel che riguarda il settore più importante della vita universitaria, vale a dire lo studio, credo che gli studenti dell'ateneo friulano siano particolarmente virtuosi e studiosi, come si evince anche dagli ottimi risultati della nostra università nelle varie graduatorie nazionali relative alla valutazione della componente studentesca. Per quel che riguarda altri settori come l'associazionismo studentesco, ed in generale l'università come luogo di libero dibattito, c'è ancora molta strada fare, probabilmente anche a causa della giovane età del nostro ateneo. Sono però presenti numerosi germogli che lasciano ben sperare. Siamo comunque di fronte ad un passaggio cruciale: Udine deve imparare ad essere una città universitaria, e non una città che più semplicemente ospita al suo interno l'università”. Il Consiglio degli Studenti può fare qualcosa per incentivare la partecipazione? “Il nostro ruolo è quello di favorire la crescita della persona e l’estrinsecarsi della creatività dei singoli, dei gruppi, delle associazioni e dell'intera comunità studentesca. Il lavoro che abbiamo cominciato va certamente in questa direzione. Il vero obiettivo consiste non nell'organizzare iniziative estemporanee, ma nel creare una mentalità e un clima realmente universitario”. Come valuta il rapporto dei rappresentanti degli studenti con i vertici dell’ateneo? “Molto di ciò che è stato fatto è stato il frutto di un lavoro sinergico fra noi studenti e i vertici dell'ateneo: credo realmente che si tratti di un modello da esportare a tutti i livelli del nostro ateneo. Il punto fondamentale da cui partire è la consapevolezza che quasi sempre un passo vantaggioso per una componente costituisce un vantaggio anche per le altre, e viceversa”.       I rappresentanti degli studenti 2005-2007   Presidente Consiglio degli studenti: Michele Lorenzon Vice-presidente: Francesco Zanitti In Senato accademico: Presidente, Ester Pevere, Marco Govetto, Gianluca Petris e Antonio Rega In Cda: Sara Rieppi, Andrea Della Rosa ed Emanuele Dall'Oste Cda Erdisu: Chiara Silvestrin Consigli di facoltà: Economia: Josè Oscar Colabelli e Marco Govetto Giurisprudenza: Andrea Della Rosa e Sara Tomasi Ingegneria: Rita Franceschinis e Michele Lavoig Lettere e filosofia: Giulia Patui e Ester Pevere Lingue e letterature straniere: Massimo Antonini e Alessia Ursella Medicina e chirurgia: Michele Lorenzon e Lorenzo Povegliano Medicina veterinaria: Gianluca Petris e Antonio Rega Scienze della formazione: Elisa Lodolo e Matteo Vicario Scienze matematiche, fisiche e naturali: Paolo Burelli e Francesco Zanitti