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Start Cup, Udine ancora sul podio

Per il terzo anno consecutivo, l’ateneo friulano si distingue al Premio nazionale dell’innovazione. Il gruppo Smart Clot conquista la medaglia di bronzo alla finalissima di Padova. Nel 2006 sarà Udine ad ospitare la finale nazionale.
Smart Clot
Dopo i trionfi di Bologna nel 2003 e Torino nel 2004, per il terzo anno consecutivo l’università di Udine sale sul podio del Premio nazionale dell’innovazione. Il gruppo Smart Clot, che ha ideato un dispositivo anti trombosi, ha conquistato il terzo posto, aggiudicandosi i 20 mila euro in palio, alla finalissima di Padova. Il primo e il secondo posto sono andati rispettivamente a Torino e a Padova. Smart Clot si era aggiudicato il terzo posto anche alla finale locale di Start Cup Udine 2005, la business plan competition promossa dalla Fondazione Crup e dell’università di Udine e diretta da Guido Nassimbeni. Dopo aver vinto per due anni consecutivi la competizione italiana fra idee imprenditoriali che quest’anno vedeva in gara ben trentasei progetti innovative, Start Cup Udine è stata l’unica a riuscire a piazzare tutti i suoi tre gruppi nei primi sette classificati. Al sesto posto è arrivato il team Seromox, con un sistema di produzione di vaccini per il trattamento dei linfomi non-Hodgkin, al settimo il gruppo Mps Wireless con una tecnica che migliora le prestazioni delle antenne delle stazioni radio base per la telefonia cellulare. Quest’anno sarà l’università di Udine ad ospitare la finalissima del Premio nazionale dell’innovazione. Il team Smart Clot ha ideato una apparecchiatura, denominata appunto Smart Clot, capace di monitorare e prevenire il processo di formazione del trombo (il coagulo di sangue che, occludendo il vaso, impedisce la circolazione sanguigna) e il conseguente infarto. Lo strumento è utilizzabile sia nelle sale operatorie degli ospedali sia nei laboratori di analisi. L’obiettivo è quello di arrivare alla sua commercializzazione entro il 2007. Smart Clot è formato dai medici del Cro di Aviano Luigi De Marco, Mario Mazzuccato, Mariagrazia Michieli e Agostino Steffan; da Daniela Damiani, docente di Malattie del sangue alla facoltà di Medicina dell’università di Udine; da Paolo Canu, docente all’università di Padova, dagli imprenditori Patrizio Bortolus (Saratoga spa), Carlo De Franceschi (Friulana oli spa) e Raul Petrini (Ationet srl e Santin & associati srl), e dal consulente aziendale, Andrea Malacart.   Gli altri finalisti Seromox (6° posto alla finale nazionale e 1° alla finale locale) ha messo a punto un progetto che prevede un sistema di produzione di “vaccini paziente-specifici” da impiegare nel trattamento dei linfomi non-Hodgkin, tumori spesso incurabili. Il sistema proposto da Seromox colpisce selettivamente le cellule tumorali presenti nell’organismo preservando quelle sane. Per la creazione del vaccino vengono utilizzate le foglie di una particolare pianta di tabacco utilizzata in ambito biomolecolare. Fanno parte di Seromox, il genetista vegetale Stefano Marchetti, docente alla facoltà di Agraria dell’università di Udine, il ricercatore Mark Tepfer, di origine americana ma residente a Treviso dove lavora presso il Centro di ingegneria genetica e biotecnologica (Icgeb), l’inglese Jeremy Thompson, ricercatore alla Cornell University negli Usa, il medico ematologo Francesco Zaja, ricercatore presso la clinica di Ematologia del Policlinico universitario di Udine, la dottoranda Elena Venturin, e le due ricercatrici Francesca De Amicis e Tamara Patti della Transactiva srl. Mps Wireless ha progettato una tecnica che migliora le prestazioni delle antenne delle stazioni radio base per la telefonia cellulare. La nuova tecnica potenzia il funzionamento delle antenne e, nel contempo, diminuisce le dimensioni dei pannelli sui quali vengono appoggiate riducendo così l’impatto visivo della struttura. L’equipe, giovane ma già con una grande esperienza nella ricerca e in campo lavorativo è formato da Michele Midrio, docente di Campi elettromagnetici alla facoltà di Ingegneria dell’ateneo friulano, Mattia Pascolini, capo della divisione antenne del centro ricerche della Motorola a Londra, Seppo Saario, dalla doppia cittadinanza finlandese e australiano, ricercatore della Antenova limited, azienda di antenne per la telefonia mobile a Cambridge, Giulia Gerarduzzi, laureanda del corso di laurea in Ingegneria gestionale all’università di Udine, che si è occupata del business plan.   Gli altri progetti arrivati in semifinale. Il gruppo universitario italo-romeno Biosun (composto da Gian Paolo Vannozzi, Sattar Senferadi Tahmasebi, Michela Nicli, Andrea Ninci, Gabriele Giachin, Zohreh Rabiei, Monica Marini, Federico Mazzero della facoltà di Agraria dell’ateneo friulano, da Carla Morassutti della facoltà di Medicina veterinaria dell’università di Udine, da Rodica Dorina Chambree, Simona Crisan, Iuliu Radu Gabrus e Virginia Popa della facoltà di Ingegneria alimentare dell’università di Arad) ha messo a punto un sistema integrato di produzione di commodities agricole, in particolare il girasole con alto contenuto in acido oleico, ibrido Carnia, per l’estrazione di oli vegetali destinati all’industria dei biocombustibili e dei bioderivati di sintesi. Parte della produzione è destinata all’estrazione di olio biologico. L’equipe informatica Eagle Net (formato dagli studenti della laurea magistrale in Informatica dell’ateneo friulano Fabio Buttassi, Gianluca Demartini, Mauro Lorenzutti, Daniele Nadalutti, e dalla dipendente della Camera di commercio di Udine, Elisa Zanuttini) ha realizzato un programma per computer palmare in grado di aiutare i sordi a comunicare con le persone che non conoscono il linguaggio dei segni e viceversa. Un sistema di elaborazione di immagini per la simulazione dell’immagine corporea del paziente utile per la diagnosi di disturbi alimentari quali l’anoressia e la bulimia è stato progettato dalla “squadra” mista nel settore della medicina sposata all'informatica Immagine Corporea (costituito da Emanuel Mian, del Centro ricerche Body Image di Aviano, da Cristian Lena, laureando in Ingegneria elettronica all’università di Udine e dal libero professionista Alessandro Prisi). Sempre nel settore medicale Sternette (composto da Ugolino Livi, Roberto Lumini, Stefano Pizzolito, Maurizio Rocco dell’Azienda Ospedaliera S. Maria della Misericordia, dall’ex chirurgo cardiotoracico Cesare Puricelli, dall’elettrotecnico Gianni Ponte, dalla ricercatrice Nicoletta Finato della facoltà di Medicina dell’ateneo friulano, dagli studenti Nicole Puricelli e Gianluca Rabuazzo dell’università di Udine, da Annalisa Troiano e Alfredo Tarquini della Teamcons, e da Giancarlo De Cillia, Roberto De Cillia e Fabiano De Cillia della Derfel Snc), ha perfezionato una metodologia alternativa di sutura dello sterno per mezzo di “avvicinatori” (sternette) in titanio biocompatibile che previene le complicanze tradizionali quali la rottura degli elementi di sutura, la mancanza di normale cicatrizzazione e la conseguente possibilità di infezione della ferita. Il team Virtual Crash della facoltà di Ingegneria dell’ateneo friulano (formato dal ricercatore Stefano Bertolini e dagli studenti Yari Tosoni e Luca Venuti) ha realizzato un software per l’analisi completa del sinistro stradale, dal momento della sua genesi alla situazione finale. Il programma prevede un sistema innovativo di simulazione del comportamento dinamico del veicolo. Prima, durante e dopo l’urto.     Premi internazionali e per la montagna   Start Cup 2005 ha istituito anche il Premio Internazionale da attribuire al miglior progetto presentato da un gruppo composto da stranieri ma con almeno un italiano. Al suo esordio ci sono stati due team vincitori a pari merito: l’italo-croato Aromatek e l’italo-olandese Mobility. Ciascuno si aggiudica un riconoscimento in denaro pari a 5000 euro. Il primo propone un dispenser di profumo che svolge anche la funzione di umidificatore, disinfestatore ed elemento decorativo per interni. Il secondo propone una soluzione al fenomeno della congestione del traffico e del conseguente inquinamento attraverso la modellazione degli spostamenti e il supporto al mobility management mediante uno specifico programma gestionale. Durante la Notte degli Angeli è stato consegnato anche il premio per la montagna offerto da Cirmont, il Centro di ricerca per la montagna di Amaro. Ad aggiudicarsi i 2500 euro in palio è stato il gruppo D.A.G.M.A., interamente composto da universitari dell’ateneo friulano: il docente della facoltà di Agraria, Bruno Stefanon, e gli studenti di Ingegneria, Giulio Volpato, Diego Michielan, Marco Zanata, Alberta Simonetta e Alberto Hirshler. Il progetto proposto intende apportare nelle zone malghive montane fonti di energia rinnovabili e offrire un servizio completo al cliente comprendente il dimensionamento dell’impianto energetico ecologico più adatto alle esigenze di ciascuno, l’acquisto di tutte le apparecchiature necessarie e il reperimento di incentivi e finanziamenti esistenti. Altri sei team, pur non essendo nella rosa dei semifinalisti, hanno ottenuto un riconoscimento speciale: Fly Sinthesis di Gonars (Udine) Friul Research di Rivarotta di Teor (Udine), Il villaggio degli orsi di Udine, La Mazza di San Pier d’Isonzo (Gorizia), Marconi Plast di Pavia di Udine, Ready Che mio.