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Primo laboratorio in Camerun per i controlli alimentari

Progetto triennale dell’università di Udine per l’alta formazione di operatori nel settore della certificazione di qualità dei prodotti di derivazione animale.
Oggi in Africa non esiste alcun laboratorio per i controlli alimentari. Con i conseguenti e immaginabili rischi elevatissimi per la salute umana. L’assenza di laboratori è dovuta alla mancanza di professionalità in grado di realizzare una certificazione di qualità su tutta la filiera dei prodotti di derivazione animale. Proprio per colmare questa lacuna nasce il nuovo progetto di internazionalizzazione dell’ateneo friulano con l’università di Younde I in Camerun, definito durante la recente visita all’università e alle istituzioni africane da parte della delegazione dell’università di Udine, formata dal rettore Furio Honsell, dal professor Rodolfo Balestrazzi e dal dottorando di ricerca Victor Chatue che è anche il fondatore dell’Associazione degli studenti africani di Udine. Cento giovani in formazione. L’obiettivo del progetto, che partirà a gennaio 2006 avrà durata triennale e un costo pari a 167 mila euro, sarà quello di realizzare un programma di alta formazione per gli operatori africani che devono imparare come realizzare controlli lungo tutta la filiera alimentare. Il progetto consiste in tre diverse fasi. Come primo passo, il prossimo anno uno staff di 12 docenti della facoltà di Veterinaria organizzerà corsi frontali per gli studenti del Camerun. L’idea è quella di coinvolgere complessivamente quasi 100 giovani (circa 25-30 all’anno). Stage in aziende friulane. Dopo le lezioni in loco, gli studenti si trasferiranno in Friuli dove svolgeranno uno stage di tre mesi nei laboratori dell’università di Udine e in alcune aziende della regione, come una centrale del latte, una fabbrica di salumi, un centro di lavorazione e trasformazione del pesce, per imparare ad organizzare lo stoccaggio di carni suine, bovine e ovine. I corsi frontali proseguiranno per due anni e i docenti alterneranno la loro presenza in Camerun in modo da fornire una preparazione completa ai giovani. Un laboratorio per il controllo qualità. per Infine, la terza fase consisterà nella realizzazione, con il supporto scientifico dell’università di Udine, del primo laboratorio ispettivo per l’organizzazione dei controlli su tutte la carne e il pesce in entrata e in uscita del Camerun. Una struttura attualmente inesistente ma di fondamentale importanza per risolvere i problemi sanitari del paese. “Il laboratorio – spiega Balestrazzi, coordinatore del progetto – vorrebbe diventare il propulsore di successive iniziative in tutto il paese, così come sarà fondamentale proseguire con corsi di aggiornamento per gli operatori in modo da dare impulso alla formazione di persone che si occupino dei controlli ispettivi in tutto il paese”. Le domande di finanziamento sono già state presentate all’Unione Europea, alla Regione Friuli Venezia Giulia attraverso il bando regionale sulla cooperazione e gli aiuti ai paesi in via di sviluppo ed andranno ad aggiungersi ai contributi delle università di Udine e del Camerun. Progetto sanità. Se il progetto del controllo della qualità della filiera sarà il primo a partire, in ballo con il Camerun c’è già una seconda iniziativa che, in questo caso, riguarda il settore sanitario. E che rappresenta un’altra emergenza per il Camerun, visto che riguarda le infezioni polmonari dei malati di Aids. La percentuale di sieropositivi in Africa si attesta intorno al 6% ed è la causa per la quale l’aspettativa di vita è scesa a 48 anni di età. Il progetto sarà coordinato da Pierluigi Viale, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico universitario e ha già avuto l’adesione del ministro della Salute africano, che il rettore Honsell ha incontrato durante la sua recente visita in Camerun. Infine, l’università di Udine ha avviato anche un progetto per avviare dottorati di ricerca congiunti. In via sperimentale partiranno 3 dottorati nel settore informatico.