Nell’attuale fase storica, che vede le università caricarsi, e venir caricate, di nuove responsabilità, sono molteplici e insidiose le sfide che si devono affrontare, e vincere, per svolgere al meglio il nostro compito nei confronti della società. Come richiamare e/o trattenere i docenti e gli studenti migliori? Come sfruttare l’innovazione tecnologica per migliorare l’apprendimento degli studenti e i servizi a loro dedicati? Come guidare più efficacemente il processo di internazionalizzazione? Come sviluppare la nuova missione di motore di sviluppo del territorio? Come consolidare e mantenere una reputazione prestigiosa? Nel rispondere a queste sfide, risulta sempre più chiaro che l’Università non deve più concepirsi solo come un corpo accademico composto da individualità, ancorché eccellenti. È un concetto troppo semplicistico, che appartiene al secolo ormai trascorso. Un’Università vincente è una struttura molto più complessa, che deve concepirsi come comunità universitaria integrata. Le modalità di interazione di tutte le sue componenti - studenti, docenti, ricercatori, assegnisti, tecnici, amministrativi e operatori di varia natura - diventano così egualmente strategiche per raggiungere l’eccellenza. Si devono sperimentare nuove combinazioni pluridisciplinari di ricerca, didattica, organizzazione, strutturate in iniziative articolate piuttosto che in semplici progetti. Si deve costruire un’infrastruttura efficiente, gestita da specialisti. Tutti i componenti della comunità universitaria devono sviluppare e indirizzare le proprie professionalità agli obiettivi da raggiungere con altrettanta determinazione e creatività. In questa visione ci sono nuove opportunità di realizzazione e valorizzazione per tutti, e a questo fine tutti andranno valorizzati e premiati. Il denominatore comune di ciascuna delle nostre diverse attività sarà così la ricerca del miglioramento continuo. Nella società della competizione estrema sarà la comunità universitaria che vincerà insieme o che perderà tutta insieme. La comunità universitaria di Udine mi sembra sulla rotta giusta verso questo Mondo Nuovo! Ma come in un gioco telescopico, il concetto di comunità non deve arrestarsi a questo stadio, altrimenti si creerebbe una nuova torre d’avorio. Una comunità universitaria deve anche sentirsi parte della propria comunità di riferimento. Un’università deve essere universale, ma non generica. Seppure generale, deve avere alcuni settori dove si caratterizza fortemente. E inevitabilmente questi non possono essere tutti. Dunque quali? Anche se non in modo esclusivo, le vocazioni della propria comunità di riferimento, offrono opportunità di sviluppo insostituibili. Scoprendo le specificità locali migliori e sviluppandole, potremo trovarci, con buone probabilità, nell’ottima posizione di diventare competitivi, in anticipo, in un fenomeno globale.

Furio Honsell

Dalla A di anno accademico alla T di tutor, passando per la D di debito formativo, la M di modulo e la O di ordinario. Le università possiedono un dizionario molto preciso. Ma spesso conosciuto solo agli addetti ai lavori. Nelle prossime pagine, le parole usate più spesso nelle aule accademiche.

Il 49% degli iscritti dà un giudizio fra l’8 e il 10 ai corsi dell’università di Udine, per l’88% è almeno sufficiente. Ecco tutti i risultati dell’indagine del Nucleo di valutazione dell’ateneo.

La più giovane facoltà dell’ateneo friulano, a sei anni dalla nascita, offre già un’offerta didattica completa. Tende la mano agli studenti con un forum on line per rispondere a dubbi e dare informazioni in tempo reale. E apre le porte al lavoro con oltre un centinaio di stage.

Identikit della matricola. Aumentano le donne e gli studenti degli istituti tecnici, ma anche gli stranieri e gli over-30. Ecco l’inaspettata fotografia dei 4 mila nuovi iscritti all’università di Udine nello scorso anno accademico.

A Udine per la prova dell’eccellenza in due anni sono arrivati 177 ragazzi. Di questi, soltanto 38 sono stati scelti come allievi del nuovo istituto che l’università friulana ha inaugurato ufficialmente e che si ispira alla Normale di Pisa.

Identikit del laureato. L’83,5% dei dottori udinesi lavorava già durante l’università. E il 20,2% ha svolto periodi di studio all’estero, mentre la media italiana è ferma al 13,5%. I risultati dell’indagine Almalaurea in 38 atenei italiani.

Al Policlinico universitario si cura anche l’eccessivo aumento di peso che coinvolge il 25% dei minor ed è in aumento. Oltre al pronto soccorso che visita ogni anno 16 mila piccoli pazienti. Affetti soprattutto da asma e allergie.

Scoop fotografico. I ricercatori dell’università di Udine hanno immortalato per la prima volta in Italia un nuovo mammifero: il cane procione. Gli anni passati erano stati “scoperti” anche linci e orsi.

Scoperta scientifica dell’ateneo di Udine pubblicata su Nature Genetics. Il mais si rimodella da solo. Si aprono nuovi scenari per le modificazioni genetiche delle piante.

Cordata pubblico-privata per sostenere i costi del progetto che coinvolge l’intera filiera vitivinicola e il sistema finanziario regionale e prevede un innovativo finanziamento delle Bcc.

Il laboratorio di Interazione uomo-macchina dell’università di Udine ha realizzato il simulatore di volo per qualsiasi computer. Scaricabile da internet gratuitamente.

Si chiamano LabFin, Semenostrum. Lavoreranno rispettivamente nel settore economico-finanziari e, agrario. Sono i nuovi spin off realizzati da docenti e ricercatori dell’università di Udine. Continua lo sviluppo delle imprese nate dalla ricerca nei laboratori accademici.

L’intensità dell’innovazione dell’Ateneo friulano supera il 40%, si ferma al 13% in Italia. Perché i brevetti creano valore sul mercato.

Progetto triennale dell’università di Udine per l’alta formazione di operatori nel settore della certificazione di qualità dei prodotti di derivazione animale.

Passi avanti verso la scomparsa del registro cartaceo. Dopo il successo della sperimentazione su 80 docenti, l’università di Udine punta a raggiungere il 30% degli esami registrati con il metodo elettronico entro il prossimo anno.