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La facoltà poliglotta che guarda ad Est

Lingua "straniera" addio. Oggi è il plurilinguismo la sfida su cui puntare. Come sta facendo Lingue e letterature straniere, prima nata dell'università di Udine nel 1978.
Il “sogno orientale” è realtà. Lingue e letterature straniere, la facoltà storica dell’università di Udine – secondo il Censis la migliore in Italia nel 2003 e 2004 – non teme confronti per capacità di anticipare e interpretare i cambiamenti della società europea. È infatti l’unica dove è possibile studiare contemporaneamente due lingue dell’Europa dell’Est grazie al corso di laurea in Mediazione culturale. Lingue dell’Europa Centrale e Orientale, dove i ragazzi possono optare tra ceco, croato, polacco, romeno, russo, sloveno, tedesco e ungherese, oltre ad una terza lingua, che si studia per un anno, scelta tra tutte quelle offerte dalla facoltà. Una vocazione riconosciuta anche dalle università di Bari, Bologna e Pescara che potranno convogliare su Udine i loro laureati desiderosi di specializzarsi in queste lingue. Dal ’68 ad oggi. L’anno di nascita ufficiale della facoltà coincide con quello di fondazione dell’ateneo friulano, il 1978, anche se i suoi inizi risalgono al ‘68 come sede staccata dell’università di Trieste. Fin dall’inizio, oltre a proporre le tradizionali grandi lingue e letterature occidentali, grazie ad alcuni insegnamenti di slavistica la facoltà udinese inaugurò una originale e lungimirante Ostpolitik mettendosi “in sintonia” con gli incipienti processi di apertura ad Est. Contemporaneamente, anticipando sviluppi e sensibilità ancora di là da venire, proponeva corsi di ladinistica e di lingua e cultura friulana. E se la linguistica e le filologie romanza, slava, germanica e ugrufinnica sono il fiore all’occhiello della ricerca poiché custodiscono e tramandano l’approccio alla parola e al testo, il Centro internazionale sul plurilinguismo, il Centro di cultura canadese e il Centro interdipartimentale di ricerca sulla cultura e la lingua del Friuli interpretano ulteriori istanze scientifiche consone con le competenze presenti in facoltà. Ora la nuova sfida è rappresentata dall’internazionalizzazione delle iscrizioni, per favorire le quali verrà ampliato il numero dei normali insegnamenti curriculari tenuti in lingua inglese. Lo spirito, i profili, le prospettive. Le lingue sono un valore aggiunto, un sapere trasversale. «Sono strumenti di interpretazione e categorie di analisi della società – spiega il preside, Vincenzo Orioles –, imprescindibili in un mondo basato sull’incontro di popoli e culture, di civiltà e nazionalità. Le facoltà di lingue, dunque, sono un punto di osservazione privilegiato delle trasformazioni potenziali e in atto perché si pongono in una posizione di apertura verso i processi dell’universale e del locale». Lo studente della facoltà di Lingue insomma deve possedere curiosità culturale, spirito di avventura e capacità di misurarsi con il mondo senza immaginarsi un percorso prestabilito. Conseguito il titolo desiderato, infatti, potrà trovare impiego negli organismi internazionali oppure fare l’assistente di volo, intraprendere la carriera di traduttore o del copywriter, lavorare nelle agenzie di pubblicità, presso una casa editrice o un’azienda editoriale o, magari, in campo scientifico, al servizio delle lingue minoritarie. Non solo aula. Sono oltre 700 le convenzioni con aziende ed enti, pubblici e privati, per corsi, stages e tirocini da far svolgere agli studenti anche e soprattutto all’estero. La priorità, infatti, è quella di far compiere fuori dall’Italia un tratto del percorso di studio usufruendo anche dei programmi europei di mobilità studentesca. Grazie a queste esperienze “esterne” si va sempre più rafforzando la sequenza: tirocinio in azienda, tesi sull’azienda stessa dove poi, a laurea conseguita, il giovane trova impiego. Facoltà multipolare. Nel 1994 la facoltà di Lingue si insedia a Gorizia. Prima con il corso di laurea per Traduttori e interpreti, poi, nel ’98, con Relazioni pubbliche. Nel 2003 è la volta di Relazioni pubbliche on line che, adottando modalità didattiche avanzate capaci di contemperare qualità e specificità della formazione a distanza, è in grado di intercettare nuove domande di sapere professionalizzante. Nel 2004 gli studenti di Relazioni pubbliche con il loro mensile “Il Gomitolo” vincono il premio Euromediterraneo, importante riconoscimento nel settore della comunicazione della Pubblica amministrazione. La sintesi dei due filoni didattici goriziani ha poi dato vita al master Comunicare e tradurre: organizzazione e gestione degli eventi. Il prossimo anno nel capoluogo isontino sarà istituito il dipartimento di Scienze della comunicazione e delle relazioni che opererà nei campi di ricerca delle relazioni pubbliche e delle modalità comunicative applicate ai contesti economico-aziendale, pubblicitario, politico-istituzionale e sociale in una prospettiva interdisciplinare. Inoltre, Traduttori e interpreti cambierà nome assumendo quello di Comunicazione e mediazione interlinguistica, ampliando inoltre il numero programmato di studenti ammessi che passeranno dagli attuali 45 a 70, e attivando il nuovo curriculum in Comunicazione e mediazione interculturale. Lavorare sulla complessità. Il concetto di lingua straniera è superato, meglio sarebbe adottare quello di plurilinguismo, con coraggio culturale e istituzionale, attrezzandosi per tempo a sfide come quella legata ai processi migratori. «Bisogna aprirsi alla diversità linguistica – afferma il preside – che ci fa uscire dal “cerchio” culturale in cui resta inevitabilmente rinchiuso chi vive una condizione monolingue. Incorporare nella propria competenza più lingue ha proprio la funzione di ampliare gli orizzonti linguistico-culturali e far riflettere sulla relatività dei modi di dire e di pensare». Un universo di 122 lingue compongono infatti l’orizzonte italiano. Due milioni e ottocentomila stranieri, ma stranieri per quanto ancora? È la realtà dei processi migratori cui non ci si può sottrarre e che la facoltà ha già iniziato ad affrontare con il master Italiano lingua seconda. «Bisogna scommettere sui nuovi bisogni linguistici – dice Orioles –, e questo ora è possibile grazie anche alla legge regionale n. 5 del 2005 che incentiva progetti di formazione in materia di istruzione universitaria». Lungo questo stesso percorso il master crea professionisti che nella scuola, nelle istituzioni, nelle industrie, saranno in grado di gestire l’integrazione linguistica dei nuovi cittadini che in Friuli Venezia Giulia rappresentano il 7,2% della popolazione.       Con Lingue si arriva in alta quota La passione per le lingue le è stata tramandata da un nonno poliglotta e autodidatta, mentre quella per il volo è nata osservando le acrobazie che le Frecce Tricolori disegnavano sopra il cielo di casa, a Bertiolo. Se poi aggiungiamo il desiderio di conoscere paesi e culture diverse non deve sorprendere se ora Laura Bertolini è la responsabile dei servizi di bordo sugli Airbus 320 della neonata compagnia aerea My Air.com. «Frequentare la facoltà di Lingue e specializzarmi in inglese e tedesco – racconta Laura – è stata una scelta del tutto naturale, la realizzazione concreta di un’inclinazione che sentivo fin da piccola». Da qui ad appassionarsi al lavoro che, per antonomasia, “ti fa girare il mondo” il passo è stato breve. «All’università di Udine – sottolinea Bertolini – ho trovato una facoltà a misura d’uomo e molto ben organizzata, con una offerta didattica in continua evoluzione. La professionalità dei docenti e la loro disponibilità mi hanno infatti accompagnata per l’intero corso dei miei studi». Ma l’esperienza più entusiasmante è stata sicuramente la possibilità di trascorrere diversi mesi presso la University of Wales College di Newport grazie al progetto Erasmus. «Esperienza – conferma Laura – che ha rafforzato la mia passione per i viaggi e i contatti umani». Poi la svolta. Poco prima della laurea inviò il curriculum alla compagnia Volare Airlines che cercava nuovo personale da avviare alla professione di assistente di volo. Dopo un corso teorico e pratico di sei mesi ottenne il brevetto che le ha permesso di intraprendere questa affascinante avventura. «In questi anni – spiega soddisfatta Laura – ho potuto visitare la principali capitali europee e, grazie ai voli intercontinentali, ho conosciuto mete turistiche da cartolina. Questa professione mi ha arricchita anche dal punto di vista umano poiché l’interrelazione con colleghi e passeggeri è il tratto principale del mio lavoro».  
Stefano Govetto