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Economia, i suoi primi vent'anni

La storia di una facoltà cresciuta fino a raggiungere i primi posti in Italia. Per qualità della didattica e della ricerca. E che ora si apre a nuove sfide. Per stare al passo con i tempi e sfornare laureati competitivi nel mercato del lavoro.
Da due anni il Censis la colloca fra le dieci migliori facoltà italiane di Economia. Nel 2004 ha raggiunto il quarto posto assoluto. Un risultato prestigioso per la facoltà di Economia dell’università di Udine che quest’anno taglia il traguardo dei vent’anni dalla sua attivazione. Per celebrare la ricorrenza l’8 luglio si terrà una giornata di studio dedicata al “Ruolo della conoscenza e della formazione avanzata nella competitività dei sistemi territoriali”. Fin dall’inizio, quando la sua denominazione era Scienze economiche e bancarie, ha costruito solidi legami con il territorio di riferimento per supportare le esigenze delle piccole e medie imprese friulane. Risale alla fine degli anni ’80 l’ingresso negli edifici dell’ex collegio Tomadini. È nato così un “campus” in cui docenti, studenti e ricercatori vivono, studiano e fanno ricerca in un clima armonico e positivo. Nel 1993 assunse il nome di facoltà di Economia. Negli anni, quindi, pur mantenendo una solida preparazione in ambito finanziario e creditizio, l’offerta didattica si è orientata anche verso gli studi di carattere aziendale e manageriale. Un'altra data fondamentale è il 1997 quando venne attivato a Pordenone il corso di laurea in Economia aziendale. Laurea polivalente. Gli attuali cinque corsi di laurea triennali e i cinque, corrispondenti, corsi di laurea specialistica, di cui uno interfacoltà, costituiscono un’offerta articolata ed equilibrata nei settori delle scienze economiche, dell’economia aziendale nelle sue differenti anime, della finanza e della statistica applicata. «Abbiamo concentrato le risorse nei punti di forza piuttosto che rischiare la dispersione – afferma il preside, Flavio Pressacco –. Specializzazione non equivale a frammentazione». Il laureato in Economia si caratterizza per la possibilità di ricoprire differenti ruoli nelle imprese, nelle istituzioni e nelle libere professioni. Ora si punta a qualificare ulteriormente le lauree specialistiche confermandone l’eccellenza. «L’iscrizione ad una specialistica nella stessa università dove si è frequentato la triennale – spiega il professor Pressacco – significa aver fidelizzato lo studente, che ribadisce dopo un periodo di sperimentazione e a ragion veduta, la fiducia accordata all’ateneo e alla facoltà dove si è laureato». Il master Sviluppo turistico del territorio rappresenta, poi, un’ importante testa di ponte nel settore dell’economia del turismo. C’è inoltre uno sforzo continuo e progressivo per dare agli studenti un “imprinting” basato sul concetto di innovazione. E non è un caso che la facoltà sia stata l’“incubatore” di Start Cup. Fondamentale, poi, il sistema di promozione delle attività di tirocinio attivato dalla facoltà. Gli stage. Per lo studente è forse il primo test con il mercato del lavoro ma è anche uno dei momenti più qualificanti di formazione congiunta università-impresa. Da un’indagine condotta dall’Osservatorio creato nell’ambito dello Sportello stage della facoltà, il 38% dei giovani che ha svolto uno periodo di stage ha ricevuto una proposta di lavoro dalla realtà che li ha ospitati. Dal 2002 ad oggi l’esperienza ha interessato oltre 210 fra studenti, neolaureati e dottorandi. Oltre il 90% dei giovani si è detto pienamente soddisfatto dell’esperienza fatta, il 70% nel caso delle imprese. Finora la facoltà ha sottoscritto 310 convenzioni con aziende di produzione e servizi, enti pubblici e studi professionali. Novità in vista a Pordenone. Obiettivo privilegiato dalle istituzioni locali del Friuli Occidentale sarebbe quello di una laurea specialistica dedicata alla governance dei sistemi complessi. Per l’importanza del suo tessuto produttivo e il dinamismo imprenditoriale che la caratterizza, la sede di Pordenone merita infatti un’ulteriore qualificazione didattica. La finanza in laboratorio. L’Osservatorio sui sistemi finanziari e sulle imprese dei paesi dell'Europa Centro-Orientale (Ossfi) sviluppa la ricerca nell’ambito della componente storica della facoltà. Si prospetta una sua trasformazione a breve in un vero e proprio Laboratorio di finanza (LabFin) che, a sua volta, darà vita ad una società di consulenza basata sulla ricerca avanzata nel settore della finanza d’impresa e dei mercati finanziari che si insedierà nel Parco scientifico e tecnologico di Udine. Il Laboratorio studierà il rapporto tra finanza ed economia reale con metodi scientifici anche mediante l’uso delle più avanzate tecnologie dell’informazione. Si punta ad Est. La facoltà di Economia ha da tempo intensi rapporti di collaborazione con molte università dei Paesi dell’Europa Centro Orientale recentemente entrati a far parte dell’Unione europea. In particolare, le strutture di ricerca afferenti alla facoltà stanno studiando gli effetti dell’allargamento sui mercati finanziari e dei capitali delle economie di quei Paesi. L’università di Udine fa parte del Central eastern european university network (Ceeun), la rete di atenei dell’Europa Centro Orientale cui fa riferimento la rivista Transition studies review, la rivista sulle economie in transizione pubblicata dall’ateneo friulano. Le aree di ricerca. Molte le aree di eccellenza: dalla statistica economica, ai distretti industriali, alla finanza, al diritto del lavoro. In quasi ogni campo dell’articolazione economica Udine vanta ricercatori di valore: economia pubblica, scienze delle finanze, teoria economica ed economia internazionale, aziendalisti di strategia, marketing, organizzazione e contabilità, finanza d’impresa e dei mercati, statistica economica e demografica, diritto commerciale e del lavoro, storia economica, economia ambientale, matematica applicata all’economia e finanza. Laureati europei. I parametri di efficienza della facoltà, intesi come capacità di acquisizione di crediti in tempo utile, sono molto alti, paragonabili agli standard europei. Essere curiosi, voler capire come funziona la società, i rapporti sociali e di mercato e non limitarsi alle semplici competenze tecnocratiche. È il profilo ideale del laureato in Economia di Udine che, come sottolinea il preside, «oltre ad essere un valido professionista nel suo settore deve sapersi porre al servizio di progetti e proposte di crescita dell’intera comunità». I numeri della facoltà di Economia 1985 Anno di fondazione 2323 Iscritti 2004-2005 623 Immatricolati 3416 Laureati dalla fondazione 52 Docenti e ricercatori Corsi di laurea Economia e commercio Economia e amministrazione delle imprese Economia aziendale Banca e finanza Statistica e informatica per la gestione delle imprese Corsi di laurea specialistica Scienze economiche Economia e amministrazione delle imprese Economia aziendale Banca e finanza Corsi di laurea interfacoltà Statistica e informatica per la gestione delle imprese (Economia e Scienze matematiche, fisiche e naturali) Dipartimenti afferenti Finanza dell’impresa e mercati finanziari Scienze economiche Scienze giuridiche Scienze statistiche Per informazioni Indirizzo VIA TOMADINI 30/A, UDINE Contatti tel. 0432 – 249201 fax 0432 – 249209 presideeconomia@amm.uniud.it PRESIDE PROF. FLAVIO PRESSACCO Condizione occupazionale ad un anno dalla laurea 74,9 % Occupati 11,7 % Non lavorano e non cercano lavoro 13,5 % Non lavorano ma cercano lavoro Fonte: Almalaurea 2004 Manager passando per la Svizzera Ora è una giovane e affermata manager della Fortis Investments, ma dopo il liceo fu tentata dalla musica. Nonostante l’amore per il flauto e un diploma al Conservatorio di Venezia alle porte, la pordenonese Monica Marzinotto non ha voluto rinunciare agli studi universitari. «Scelsi Udine – racconta –, ateneo giovane e a misura d’uomo con una buona offerta formativa. Iscrivendomi ad Economia bancaria seguii la mia passione per la matematica con il vantaggio che l’economia si pone a stretto contatto con la realtà». Grazie ad una tesi sperimentale sui mercati finanziari ha messo in pratica il suo interesse per la ricerca e la sua tenacia nel perseguire gli obiettivi prefissati. «Il mio primo impiego – prosegue Marzinotto – è stato nella sede friulana di una multinazionale, l’allora Gretag Imaging, dove ho lavorato fianco a fianco con l’amministratore delegato. Poi però l’esigenza di trovare nuovi stimoli mi ha portato in Svizzera, nella divisione Private banking del gruppo bancario zurighese Vontobel». Quello che dall’esterno poteva apparire un salto nel buio si rivelò, invece, una sfida esaltante. «Diversità linguistiche e culturali – spiega – sono state ampiamente compensate dall’esperienza vissuta in un ambiente multinazionale che mi ha arricchito professionalmente e come persona, facendomi sentire ancor più forte l’attaccamento alle radici». Quando il gruppo ha deciso di aprire una sede a Milano, le ha proposto di seguire il piano di start-up della divisione Asset management. Avviato e consolidato il progetto elvetico, all’inizio dell’anno Monica Marzinotto è entrata a far parte del team di relationship managers di Fortis Investments, società di Asset management del primario gruppo belga Fortis. «E’ bello poter vivere nel proprio Paese – sottolinea – e, contemporaneamente, lavorare per un gruppo globale in cui quaranta nazionalità e lingue diverse interagiscono quotidianamente dando la possibilità di crescere nel confronto».
Stefano Govetto