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Occhio a quella clinica Intervista al direttore di Oculistica

Al Policlinico universitario si studiano tutte le principali malattie dell’occhio: dalla cataratta al glaucoma, fino alle patologie della cornea. Con particolare attenzione ai problemi della retina.
Specializzata da sempre in quello che è considerato il settore più nobile dell’oculistica, ossia nel trattamento delle malattie retiniche, la clinica Oculistica del Policlinico universitario di Udine dal 1997 è diretta da Francesco Maria Bandello, 48 anni, leccese, laureato a Pavia, specializzato in Oftalmologia a Milano, Assistantetranger all’université de Creteil-Paris XII, e direttore della Scuola di specializzazione in Oftalmologia dell’ateneo di Udine. Capofila in progetti di ricerca europei per la sperimentazione di trattamenti miranti a contrastare efficacemente la retinopatia diabetica e le degenerazioni maculari, la clinica si occupa della diagnosi e della cura di tutte le malattie legate all’occhio. E in un momento in cui esse sono in costante aumento per il generalizzato invecchiamento della popolazione mondiale, in particolare italiana e specificatamente del Nordest, Bandello definisce la sua “affollata” clinica, bisognosa di spazi utili ad accogliere adeguatamente i pazienti, un "laboratorio ideale in cui poter monitorare quello che accade ai vari distretti dell’organismo, in rapporto al fatto che i pazienti, oggi, vivono di più". Professor Bandello, occuparsi di malattie retiniche significa affrontare la parte più complessa dell’oculistica. È la parte “nobile” dell’oculistica. La retina è costituita da cellule perenni. Questo significa che il patrimonio di cellule retiniche che abbiamo alla nascita ce lo portiamo dietroper tutta la vita, e che, per qualsiasi alterazione colpisca il tessuto retinico, non è possibile prevedere una sostituzione con nuove cellule in grado di funzionare. La malattia che danneggia la retina produce un danno funzionale visivo permanente. Quali le possibilità di cura per le malattie della retina? Questo tessuto non può mai essere guarito completamente. Curare significa “freezare”, bloccare il danno allo stato in cui l’hai trovato al momento della diagnosi, e nella migliore delle ipotesi far sì che questo danno non vada ulteriormente avanti. Nelle malattie retiniche non c’è mai la possibilità di mettere la marcia indietro e dare al malato la totale guarigione. Dunque anche il rapporto con i pazienti è complesso. Questo paziente non è felice, come può esserlo ad esempio quello affetto da cataratta, che può recuperare completamente grazie alla sostituzione del cristallino tramite intervento chirurgico. Il paziente affetto da malattia retinica è generalmente insoddisfatto. Quello che dobbiamo fargli capire è che senza il trattamento la storia della malattia sarebbe stata molto peggiore, e che deve essere soddisfatto anche se non ha raggiunto la guarigione. Quanto sono diffuse le malattie retiniche e, in genere, le malattie oculari? Sono tutte sempre più diffuse, perché sono malattie degenerative. La popolazione mondiale invecchia, quella italiana di più rispetto a tutti gli altri Paesi del mondo, e in Italia questo primato ce l’ha il Nordest. In questo senso possiamo considerarci una specie di laboratorio ideale dove studiare questi problemi. Quali sono le patologie legate alla retina? Sostanzialmente sono divise in due grandi famiglie. La retinopatia diabetica e le degenerazioni maculari. La prima è una localizzazione a livello retinico del danno microvascolare prodotto dal diabete mellito. È una tipica manifestazione cronica dell’iperglicemia, conseguentemente più a lungo si vive più è probabile che essa si manifesti. Per quanto riguarda le degenerazioni maculari, va premesso che la macula è la parte centrale della retina, quella che utilizziamo per guardare le cose, destinata alla visione distinta (per guardare negli occhi una persona, scrivere, guidare, guardare la televisione, ecc.). La parte circostante è meno importante, perché consente una visione meno dettagliata. La degenerazione maculare lascia integra quest’ ultima parte, ma colpisce la macula centrale. Che tipo di danno producono queste patologie? La retinopatia diabetica dopo alcuni anni di sussistenza può condurre anche a cecità. La degenerazione maculare produce un danno funzionale drammatico per il paziente, perché colpisce persone che sono già avanti negli anni, e che quindi hanno difficoltà di movimento e udito, e per le quali leggere o guardare la televisione è utile a trascorrere le giornate. È un danno che peggiora significativamente la qualità della vita, in un momento già critico, e il paziente è costretto a vivere male gli anni della tranquillità. Di quali altre malattie vi occupate? Le seguiamo tutte. Le principali patologie dell’occhio, oltre a quelle retiniche, sono la cataratta, malattia frequentissima che colpisce le persone avanti negli anni. Si tratta di un processo degenerativo a carico del cristallino. Altre malattie importanti sono quelle che colpiscono la cornea, e i glaucomi, in cui, a causa di un danno a carico del nervo ottico che si produce secondariamente ad un aumento della pressione dell’occhio, il campo visivo del paziente si riduce portando ad un danno funzionale importantissimo. In tutti i casi la diagnosi precoce è fondamentale per evitare risultati irreversibili. Come gestite l’attività assistenziale? Abbiamo ambulatori destinati alle malattie oculari in genere, e in modo specifico ai pazienti con degenerazione maculare e retinopatia diabetica. Per questi pazienti cerchiamo di garantire dal punto di vista degli appuntamenti percorsi privilegiati, necessari perché arrivare precocemente al riconoscimento dello stadio in cui può essere utile una determinata cura è condizione indispensabile per avere un buon risultato terapeutico. Quali le criticità per la clinica? Viviamo il dramma degli spazi, che sono essenziali per dare all’utenza condizioni almeno accettabili sul piano del servizio. La sala d’attesa è assolutamente insufficiente. Le nostre visite prevedono tempi lunghi e i pazienti sono generalmente accompagnati da parenti. Negli ambulatori, invece, ci sono più apparecchiature, con la conseguente compresenza di più pazienti in uno spazio inadeguato. La vostra attività di ricerca di cosa si occupa? I due grandi temi sono quelli della retinopatia diabetica e delle degenerazioni maculari. Prendiamo parte a una quindicina di progetti di ricerca internazionali nei quali vengono sperimentati nuove modalità di trattamento e nuovi farmaci per curare i vari stadi di queste degenerazioni, e in alcuni casi siamo l’unico centro italiano e uno dei pochi centri europei coinvolti in questo tipo di ricerche. La nostra clinica è stata la prima in Italia a sperimentare la terapia fotodinamica, che è oggi uno degli standard di trattamento per le degenerazioni maculari. In questi campi non temiamo il confronto con nessuno, nemmeno con i centri di riferimento più importanti in Europa. Attività di ricovero (2004) Tipologia degenza             Dimessi * Ordinari                                253 Day Hospital                         115 Totale                                  368 * DATO NON DEFINITiVO Attività ambulatoriale - Confronto 2003-2004                                                  2003         2004 Utenti esterni                             12.00         315.454 Degenti presso altre Aziende         0                 1 Degenti Policlinico universitario     132            735 Totale prestazioni                     12.135         16.190
SILVIA PUSIOL