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Tagliamento /

Uno dei fiumi più studiati perché possiede un ecosistema fluviale unico in Europa
Proprio di questo parla l’ultima ricerca del gruppo di lavoro, finanziata dall’Istituto nazionale per la ricerca della montagna con 10 mila euro e realizzata dalla ricercatrice Marina Campolo. La ricerca, durata un anno, è appena stata terminata e dimostra come sia possibile prevedere l’inquinamento del bacino montano del Tagliamento e quali le soluzioni possibili. Quanto serve la manutenzione? Il tratto di Tagliamento che interessa l’équipe di studio del dipartimento di Georisorse e Territorio, coordinata da Petti con l’aiuto della dottoranda Silvia Bosa, è invece quello che va da Venzone alla foce. In sei anni il gruppo di lavoro idraulico ha realizzato una decina di studi sul fiume, acquisendo una competenza tale che ha spinto la Regione Friuli-Venezia Giulia ad affidare al dipartimento lo studio idraulico di questa parte di fiume. Obiettivo finale: capire quanto una corretta pianificazione degli interventi e dei lavori di manutenzione in alveo possano migliorare il deflusso delle piene, e quindi prevenire possibili esondazioni del fiume. Non solo. La ricerca, che inizierà a gennaio 2005 e durerà due anni, aiuterà anche ad individuare i punti arginali più deboli del Tagliamento e quindi le zone a rischio di esondazione. Un modello innovativo. Ma perché questa ricerca dovrebbe essere diversa da tutti gli studi realizzati in questi anni su questo tratto di fiume? Innanzitutto perché per la prima volta viene realizzato un modello idraulico bidimensionale di tutto il corso d’acqua, da Venzone alla foce, che si fonda su una tecnica numerica innovativa ampiamente verificata dal gruppo di ricerca. Tale modello, che servirà a studiare la propagazione delle piene del fiume nel modo attualmente più realistico possibile, può essere facilmente adattato anche allo studio della dinamica delle valanghe, delle colate detritiche, del trasporto solido e della dispersione degli inquinanti nei fiumi e nelle lagune. La scala “giusta”. Per il Tagliamento saranno determinate nuovamente tutte le “scale di deflusso”, ovvero quegli strumenti utilizzati per ricavare le portate del fiume a partire dalle misure idrometriche di livello. Il letto di un fiume, infatti, si modifica continuamente: le piene ed i dragaggi cambiano l’alveo ghiaioso, minando l’efficacia delle scale, a meno che esse non siano aggiornate costantemente. La conseguenza? Sensibili imprecisioni nella stima delle attuali portate del fiume. Calcoli imprecisi da cui possono derivare interventi inefficaci. La ricerca che si svolgerà al dipartimento di Georisorse dell’ateneo friulano, finanziata dalla Regione con 190 mila euro, fornirà dati nuovi e completi, che potranno essere sempre aggiornati.   Il Tagliamento in numeri Superficie del bacino 2.916 kmq Lunghezza del corso 170 km Piovosità media 2.052 mm / anno P o r tata evento di piena 1966: 4000 - 4500 mc/s a Latisana Fonte: Autorità di Bacino http://www.adbve.it/Documenti/tagliamento.htm
Simonetta Di Zanutto