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Laurea, la qualità sarà certificata. Al via un progetto per trovare i punti deboli dei corsi. Ed eliminarli

Saranno cinque gli indicatori presi in considerazione: obiettivi didattici, mondo del lavoro, carriere, accesso all’università, percezione del corso di laurea.
Nell’anno accademico 2001-2002 in tutta Italia sono stati attivati ben 2.700 corsi di laurea. Forse un po’ troppi. Anche perché nella voglia di novità che ha caratterizzato il processo di definizione dell’offerta didattica, le università si sono lasciate un po’ prendere la mano. Con il risultato di attivare corsi di laurea che, pur rispettando tutte le procedure (autorizzazione del Comitato regionale di coordinamento, messa a punto dei regolamenti didattici, consultazione con le organizzazioni del sistema economico), sono risultati piuttosto sganciati dalle reali  esigenze della società. E così sono scattati i bollini rossi del Ministero a bacchettare chi non possedesse i requisiti minimi.   Un problema che non ha riguardato l’Ateneo udinese. Già nel Primo rapporto di valutazione dei corsi di laurea di primo livello pubblicato l’anno scorso dal Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (Cnvsu), infatti, l’Università di Udine si è distinta per la serietà dei suoi corsi, nessuno dei quali ha avuto il bollino rosso. Quest’anno, inoltre, l’Ateneo ha provveduto ad assicurare il numero minimo di docenti anche alle due facoltà più giovani: Scienze della formazione e Giurisprudenza. Nella prima sono arrivati tre nuovi ricercatori (Leopoldino Fortunati, Paolo Parmeggiani e Marco Rossitti), mentre la seconda ha acquisito tre nuovi professori (Danilo Castellano,   Carlo Malinconico e Andrea Scella).   Il percorso verso la qualità, quindi, è già ben avviato all’Università di Udine, che ha deciso così di fare da apripista agli altri atenei italiani. Udine, insieme a Trento, è stata la protagonista della Conferenza nazionale che si è tenuta a fine gennaio alla presenza del Ministro Moratti e in cui sono stati presentati i progetti a cui stanno lavorando le due università. In sostanza, si tratta di un protocollo specifico che migliorerà il dialogo fra università e imprese. Come? Attraverso la definizione di un modello-standard di consultazione nei confronti di istituzioni e sistema economico, con particolare riferimento al mondo delle imprese. A dimostrazione dell'interesse che questo progetto riveste, alla Conferenza nazionale, presieduta da Piero Tosi, presidente della Crui (Conferenza dei rettori italiani) c’era anche Confindustria. “Credo che in un sistema di competizione fra le università - dice Paolo Chiesa, delegato del rettore all’Attività didattica - il punto forte del nostro Ateneo debba essere quello di avere corsi di laurea con qualità certificata. Un sistema che rappresenta sia un buon servizio per gli studenti, sia un buon sistema di autovalutazione”. Il protocollo, attualmente in fase di studio, sarà in grado di mettere a fuoco i punti deboli delle lauree e gli obiettivi da raggiungere per migliorare i corsi. “Entro fine anno - assicura Chiesa - il progetto sarà pronto e reso pubblico. Ora stiamo lavorando sull’individuazione degli elementi chiave attraverso cui poter certificare la qualità, su come misurare gli stessi e, una volta applicati, sul come risolvere i punti critici”. Il protocollo per il controllo della qualità prenderà in considerazione cinque indicatori: la chiarezza degli obiettivi didattici, il rapporto con il mondo del lavoro, il monitoraggio delle carriere degli studenti, la percezione che lo studente ha del corso di laurea, il rapporto con l’accesso all’Università. L’iniziativa ha carattere sperimentale e per ora sarà limitata ai corsi del progetto CampusOne, che attualmente coinvolge 70 atenei e 270 corsi di laurea e che mira a favorire l’incontro tra università e mondo del lavoro, con l’obiettivo, in particolare, del rapido impiego dei neo-laureati, della riduzione dei tempi di conseguimento della laurea e del tasso degli abbandoni, del sostegno dell’innovazione tecnologica e formativa. Secondo il nuovo modello elaborato all’interno di CampusOne, le università che vorranno attivare un corso di laurea di qualità certificata dovranno indicare, già in fase di proposta, la figura o le figure professionali che si intendono formare attraverso quello specifico percorso di studi, chiarendo anche i fabbisogni di tali figure sia nel contesto locale, sia in quello nazionale. Dovranno precisare inoltre gli obiettivi formativi inquadrandoli in tre categorie: il sapere, il saper essere e il saper fare. In questo modo saranno garantite la qualità dei contenuti e la trasparenza degli obiettivi, conquistando due degli elementi fondamentali per il futuro accreditamento. Il confronto con il sistema imprenditoriale non dovrà caratterizzare soltanto la fase di avvio dei corsi, ma anche la riprogettazione periodica dei percorsi.   Facoltà Matricole Matricole   A.A. '01/'02 A.A. ' 02/'03 Agraria 217 225 Economia 528 543 Giurisprudenza 385 406 Ingegneria 607 688 Lettere e Filosofia 253 291 Lingue e Letterature straniere 637 538 Medicina e Chirurgia 330 353 Medicina veterinaria 36 43 Scienze della formazione 191 182 Scienze matematiche, fisiche e naturali 353 304 Biotecnologie (interfacoltà) - 47 Educatore professionale (interfacoltà) - 43 Totale 3537 3663   Gli spazi per studiare          8,9      Metri quadrati      145      Aule 11.707      Posti a sedere     56,8       Ore/posto settimanali in aula          9       Biblioteche   133,2      Ore/posto annuali in biblioteca        13      Aule informatiche     61,3       Ore/posto in aula informatica  
Silvia Pusiol